mercoledì 28 dicembre 2016

A Lonigo c’è un aumento dei casi di cancro al testicolo, la Regione dice. E contraddice se stessa


Uno studio recente del SER (Sistema Epidemiologico Regionale) del Veneto ha osservato un eccesso statisticamente significativo dei casi di tumore al testicolo nel comune di Lonigo (VI). Lonigo è il  il solo fra i 21 comuni della cosiddetta zona rossa, cioè la zona più contaminata da PFAS, ha presentare un rapporto standardizzato di orchiectomia (SOR) quasi raddoppiato rispetto al riferimento regionale cioè 1,84. Cosa significa?
Significa che considerando gli uomini di età compresa fra 15 e 54 anni, negli anni 1997-2014, i maschi hanno avuto superiore dell’84% di essere sottoposti a asportazione chirurgica del testicolo (orchiectomia) per cancro. 

domenica 18 dicembre 2016

Lo stato del Vermont fissa a 20 ng/L la concentrazione massima di PFOA nell'acqua potabile

Lo stato del Vermont negli USA ha deciso che le concentrazioni massime di PFOA non debbano superare i 20 (venti) nanaogrammi per litro. In Italia i valori massimi sono 500 ng/L, cioè 25 volte di più. Non sono i più bassi fra tutti . Nel New Jersey sono 14 ng/L - ma sono ancora più bassi dei limiti federali che sono 70 ng/L per il PFOA e PFOS.
Cosa aspetta l'Istituto Superiore di Sanità a seguire l'esempio degli americani?

sabato 17 dicembre 2016

Gli studi della Regione Veneto sulla popolazione esposta ai PFAS non sono scientificamente attendibili

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Gli studi della Regione Veneto sulla popolazione esposta ai PFAS non sono scientificamente attendibili
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Il comitato direttivo ISDE Veneto ha esaminato la documentazione presentata durante la conferenza stampa del 22.7.2016 in cui sono stati esposti i risultati degli studi condotti dal Sistema Epidemiologico Regionale (SER) e dal Registro Tumori del Veneto (RTV)   per valutare lo stato di salute della popolazione esposta  alla contaminazione da  PFAS.  Nel  comunicato stampa N° 1006 del 22/07/2016 della Regione Veneto si legge che: “ Sul piano oncologico ed epidemiologico, l’inquinamento da sostanze perfluoro alchiliche (PFAS) emerso nel 2013 in una vasta area del Veneto, ma in atto presumibilmente da almeno 20 anni, non ha portato al momento a rilevare un peggioramento del trend di salute dei cittadini nei territori maggiormente esposti.” Del tutto analoga la valutazione dei risultati dello studio presentato dal Registro Tumori il 28 ottobre, riguardante la popolazione dei 21 comuni definiti come esposti a PFAS :“In conclusione, tutte le diverse tipologie di analisi effettuate non documentano una maggiore incidenza di tumori maligni nelle popolazioni considerate, rispetto ai valori medi regionali”( Comunicato nr. 1479-2016).
 Non condividiamo le conclusioni del SER e del RTV per i seguenti motivi: (chi è interessato può scaricare il pdf

giovedì 17 novembre 2016

Nonostante i lodevoli sforzi della Regione Veneto, ancora 1000.000 persone beovno acqua con elevate concentrazioni di PFOA

E di altri PFAS. RIcordiano che praticmente tutti i éFAS sono considerati interferenti endocrini, mentr esolo uno il pFOA è stato classificato come possibilmente cancerogneo per l'uomo.
Questo basta e avanza, comunque. secondo noi medici dell'ISDE per indurre le autorità regionali e i sindaci ad adottare il principio di precauzione e a sopendere l'erogazione dell'acqua potabile e la produzione e commercializzazione di alimenti contamianti.
Lo spieghiamo bene in questo articolo pubblicato su Quotidiano sanità", in rispsota ad un articolo della dottoressa Musmeci.

martedì 15 novembre 2016

Di PFAS si muore e ci si ammala di più in Veneto ma non per cancro com è possibile?

Ieri ho partecipato a Vicenza alla conferenza stampa di Greenpeace.
Poichè i giornali locali non hanno nemmenno fatto cenno alla mia prinicipale osservazione sulla mancata pubblicizzazione dei risultati dello studio reigonale sulla mortalità e prevalenza di malattie PFAS-associate nella zona rossa, copio-incollo un mio commento inserito sul sito del Giornale di Vicenza oggi 15 novembre 2016
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giovedì 27 ottobre 2016

Cosa succede ai link ai pfas in regione?

Da circa due settimane non funziona  il link che portava al "fascicolo sull'incidenza dei tumori nell'ULSS5" sul sito del registro tumori del veneto (RTV)  mentre è rimasto funzionante quello relativo all'ULSS6-sud.
Non sarà mica che avranno deciso di di accogliere le osservazioni degli esperti ISDE che abbiamo manifestato con una lettera  al professor Rugge, Direttore del RTV, ?
E a distanza di 6 mesi, ancora non si sono decisi a riparare i link ai documenti e alle registrazioni della conferenza stampa del 20 aprile che annuncia i risultati del biomonitoraggio. Non sarà che avranno deciso di togliere i documenti dopo le critiche e le osservazioni al biomonitoraggio che  ho fatto qui.

Scommettiamo che almeno il link ai dati dell'ULSS5 riappariranno miracolosamente dopo la conferenza stampa di domani in cui si annuncerà quanto già si sa da aprile, cioè che nel regno dei pfas addirittura i tumori so odi meno che altrove?





domenica 16 ottobre 2016

Il New Jersey abbassa i livelli massimi di PFOA nelle acque potabili a 14 ng/litro: continua la corsa al ribasso, ma non in Italia


Nel maggio di quest'anno l'EPA (Environment Protection Agency), l'equivalente del nostro ministero per l'ambiente, abbassò le concentrazioni massime permesse nell'acqua potabile di PFOA e PFOS a 70 nanogrammi litro, dai precedenti 400 nanogrammi/litro per il PFOA e 200 ng/litro per il PFOS (ne ho già parlato qui). In Veneto, ricordiamo, sono permessi 500 ng/L per il PFOA e 30 ng/L per il PFOS.
Le autorità del New jersey criticarono quella decisione, considerando i nuovi limiti non sufficientemente protettivi per la salute umana, particolarmente per le donne in gravidanza, i loro bambini durante la vita intrauterina e nei primi anni di vita, le persone più anziane.
Le critiche si basano sui risultati di recenti studi che dimostrano un aumentato rischio di effetti tossici, anche per concentrazioni nell'acqua potabile e negli alimenti inferiori a quelli precedentemente considerati “sicure”, per il sistema immunitario, per le ossa in accrescimento, per il metabolismo glucidico e lipidico, per lo sviluppo neurocognitivo del feto e dei bambini fino all'ottavo-decimo anno di vita,  nonché per la crescita fetale.

sabato 23 luglio 2016

All’Istituto Superiore di Sanità sapevano dei PFAS in Italia almeno dal 2000. Cosa hanno fatto nei 10 anni successivi?


Uno degli aspetti più controversi della vicenda PFAS in Veneto è se le istituzioni regionali, locali e nazionali sapessero prima del 2013 che la Miteni è l’unica produttrice di PFAS nel Nord Est d’Italia. Diversi funzionari della regione e dell’ULS5 Ovestvicentino, nel cui territorio ricade l’azienda produttrice, e molte altre che i PFAS li utilizzano, hanno ripetutamente affermato che prima dell’estate del 2013 nessuno in Veneto fosse  a conoscenza della presenza dei PFAS nell’ambiente della regione.
Questa affermazione è inverosimile e parrebbe smentita da un documento che ho scovato negli archivi dell’EPA, grosso modo l’equivalente del ministero per l’ambiente italiano)  e che può essere scaricato da qui .

lunedì 6 giugno 2016

Biomonitoraggio PFAS nei Veneti: errori grossolani dei ricercatori o miracolo della Madonna di Monte Berico?

Il 20 aprile 2016, nel corso di una conferenza stampa che ha avuto un notevole risalto mediatico, sono stati presentati i risultati del biomonitoraggio eseguito su un campione di circa 500 cittadini Veneti.  Il biomonitoraggio è consistito nella ricerca nel sangue di una dozzina di sostanze perfluoroalchiliche o PFAS, le più note dei quali sono PFOA e PFOS .

lunedì 23 maggio 2016

Il 27 maggio ore 18,30 a Padova con gli studenti dell'università

Il 27 maggio 2016 alle ore 18,30 a Padova, nell'ambito Summer  Student Festival, Golena San Massimo,parleremo di PFAS e contaminazione della catena alimentare Tutti invitati..

sabato 21 maggio 2016

70 ng/litro: questi i nuovi limiti americani per PFOA più PFOS

L'EPA (Environment Protection Agency, l'agenzia per la proezione dell'ambiente) ha rilasciato i nuovi limiti aggiornandoli a 70 ng/litro per la somma di PFOA e PFOS. I limti precedenti erano 200 ng/l per il PFOS e 400 ng/l per il PFOA.
L'aggionamento al ribasso è la conseguenza della pubblicazione dei risultati di alcuni studi che hanno valutato la tossicità evolutiva (developmental toxicity) nei  topi. Questi risultati dimostrano che negli animali possono comparire anomalie dello svliluppo osseo e del sistema immunitario nei topini esposti durnante la gravidanza a concentrazioni molto più basse di quelle considerate in studi precedenti.

mercoledì 18 maggio 2016

La qualità dell'acqua è ancora scarsa nel regno dei PFAS

La qualità dell'acqua è ancora insufficiente, avrebbe dichiarato il procuratore generale di Vicenza,  nonostante tutti gli sforzi compiuti, secondo quanto riportato sul sito di un sindacato dei veterinari del Veneto 

Ma i sindaci, la regione e le ULSS che stanno battendo a tappeto il segno dei PFAS distribuendo informazioni imprecise e incomplete ai fini di tranquillizzare (nel senso di spargere tranquillanti) e affermando che l'acqua è sicura, sono d'accordo?

Le preoccupazioni del procuratore confermano quanto ISDE Veneto va dicendo da anni, l'acqua contente anche minime quantità di PFAS , è pericolosa per la salute umana ed animale. Non va bevuta né utilizzata per qualsiasi altro uso umano. Non è che il procuratore di Vicenza sia in realtà  un allarmista pagato dall'ISDE?

sabato 7 maggio 2016

Lo studio ISDE-ENEA identifica un eccesso di oltre 1000 morti in 30 anni nel regno dei PFAS

Lo studio ISDE-ENEA descritto dal giornale L'Arena di Verona 


Pfas, studio Isde-Enea: boom di decessi nelle aree interessate. In 30 anni 1.300 morti sospette. Sono 43 morti in più all’anno rispetto alle zone vicine non coinvolte dalla contaminazione

 
Sono 43 morti in più all’anno: 1.300 decessi in più in 30 anni. E si tratta di morti riconducibili a malattie cerebro-vascolari, cardio-vascolari, diabete e tumore del rene, favorite dall’inquinamento da Pfas delle acque di falda e superficiali. Si tratta di un 10 per cento in più della media che si registra nelle aree vicine.
Ad affermarlo è uno studio dall’Enea, l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie e l’energia e l’Isde, l’Associazione medici per l’ambiente. I risultati dell’indagine sono stati presentati ieri a Roma in un convegno nel quale si indagava il ruolo della salute in rapporto coi «sistemi produttivi».  «Questa ricerca ha verificato che esiste un grave problema per la salute pubblica», afferma Umberto Bai, medico dell'Isde che con i suoi colleghi Vincenzo Cordiano e Paolo Crosignani e con i

Se volete ascoltare una mia intervista sui pfas alla radio del FQ

martedì 3 maggio 2016

I limiti mutevoli dei PFAS: i gestori chiedono di alzarli e le autorità li accontentano


I limiti di performance o obiettivo stabiliti dall'Istituto superiore di Sanità" nel gennaio 2014 sono stati ritoccati al rialzo nell'estate 2015 su espressa richiesta dei gestori. Questo si evince chiaramente da un documento ufficiale della Regione veneto, il Report informativo consegnato ai consiglieri regionali in occasione del Consiglio straordinario sui PFAS tenuto il 22 marzo u.s..

"..."a seguito della segnalazione da parte degli enti gestori del Servizio Idrico Integrato del rischio di dover procedere alla sospensione dell’erogazione dell’acqua potabile, a seguito delle riduzioni estive delle portate che determinano un abbattimento delle capacità depurative dei filtri, le strutture sanitarie della Regione Veneto con nota del 9.7.2015 prot. 277968, si sono premurate di chiedere un parere all’Istituto Superiore di Sanità per valutare la possibilità di consentire una variazione delle concentrazioni dei PFAS a corta catena (PFBA e PFBS), in via transitoria in modo tale da impedire la sospensione dell’erogazione dell’acqua potabile nelle aree interessate, evento quest’ultimo considerato di potenziale e rilevante impatto generale sulla salute pubblica.

domenica 1 maggio 2016

La catena alimentare non è per niente immune dalla contaminazione da PFAS


Questa è una lettera da me spedita il 20 aprile 2006 alla redazione de "Il Mattino di Padova", gruppo l'Espresso con preghiera di pubblicazione. Finora non risulta che sia stata pubblicata.

Gentile redazione,
Ho letto con molto interesse l'articolo firmato da Filippo Tosatto dal titolo "La catena alimentare immune da PFAS" del 28 aprile u.s..
Il titolo può indurre la falsa convinzione che gli alimenti prodotti nelle zone contaminate siano tutti privi di tali sostanze. Il biomonitoraggio della catena alimentare ha invece dimostrato una contaminazione di almeno il 15% dei campioni analizzati, con concentrazioni particolarmente elevate in alcuni campioni di pesce di fiume a Creazzo (VI), di fegato e muscoli animale, uova, patate in diversi comuni. Le concentrazioni di PFOS nel pesce analizzato, sono tali da causare il superamento della dose massima tollerabile giornaliera per più giorni anche mangiando una sola piccola porzione, particolarmente nei bambini  e nei forti consumatori di pesce come possono essere i pescatori amatoriali. Pertanto, come si intuisce dal testo dell'articolo, gli alimenti contaminati possono contribuire all'aumento dei PFAS nel sangue, soprattutto in alcune categorie di persone, anche se il loro contributo è relativamente minore rispetto all'acqua potabile. L'acqua la beviamo tutti noi e tutti i santi giorni. Non tutti mangiamo invece carne o pesce e non tutti i giorni.
Non ha, inoltre, alcuna validità scientifica l'affermazione che il PFOA è veicolato dall'acqua e il PFOS  dall'acqua. Entrambi possono essere presenti nell'acqua, nei cibi e nelle matrici ambientali,  anche se è vero che il PFOS si accumula preferenzialmente nel fegato e nei muscoli degli animali.
Confidando nella pubblicazione della presente, invio i miei più cordiali saluti.
Vincenzo Cordiano
Presidente della sezione di Vicenza e Referente regionale per il Veneto dell'associazione medici per l'ambiente-ISDE Italia onlus

PS
Che la catena alimentare venga facilmente contaminata dai PFAS  lo sappiamo da un decennio, dopo i risultati dello studio europeo PERFOOD che ha evidenziato come circa il 16% dei campioni analizzati contengano elevate concentrazioni di PFAS. Tale percentuale è simile al 12-13% dei campioni risultati positivi nel corso del biomonitoraggio della regione veneto.
Come dico nella lettera, e come cerco di spiegare meglio qui  soprattutto i bambini che risiedono nelle zone contaminate, possono superare facilmente la dose massima giornaliera consigliata dall'EFSA, che ricordiamolo è circa 8 volte superiore a quella degli Stati Uniti.

lunedì 25 aprile 2016

L'acqua condita con PFAS non è sicura

In questi giorni la stampa compiacente, con giornalisti incapaci di documentarsi e di giudizio autonomo, incapaci o accondiscententi a tal punto da vendere il cervello al miglior offerente, hanno fatto a gara a rilanciare affermazioni  false e prive di ogni fondamento scientifico. Per esempio, il giornale di vicenza e altri, continuano a dire che l'acqua nelle zone contaminate è sicura e si può bere tranquillamente. Ora questa affermazione è palesamente falsa e serve solo a ingenerare la convinzione al lettore frettoloso o poco attento che l'acqua non contenga più pfas. E invece la concentrazione media del pfoa è stata soltanto dimezzata in tre anni di filtri, e tale dimezzamento è stato ottenuto anche miscelando acqua inquinata con acqua pura,una pratica criminale.
Nessun scienziato serio, che non sia pagato dall'industria o che non abbia timore di perdere la pagnotta quotidiana che gli passa l'azienda pubblica o privata per la quale lavora, può in scienza e coscienza sostenere che un qualsiasi livello di pfas diverso da zero sia sicuro per la salute umana. Pertanto bere acqua con 10, 50 o 100 ng/litro, potrebbe essere ugualmente pericolosa, soprattutto per alcuni gruppi di popolazione partcolarmente suscettibili (neonati, bambini, donne gravide, anziani con varie patologie).
Pertanto rinnovo il mio consiglio a non bere acqua contenente pfas.

sabato 26 marzo 2016

Nel regno dei PFAS si muore di più, ma non a causa dei PFAS


Secondo il giornale di Vicenza del 23/3/2016  “..non c’è una correlazione diretta tra decessi per patologie associabili all’esposizione  ai PFAS e questo inquinamento.” Infatti “.. i dati in possesso della Regione Veneto non evidenziano un danno alla salute in atto” ….:” Bene, c’è pertanto da stare tranquilli. Queste dichiarazioni, che sarebebro contenute nel report informativo consegnato ai consiglieri regionali in occasione del consiglio  straordinario del 22/3 u.s.,  dovrebbero tranquillizzare tutti e dimostrare l’infondatezza delle preoccupazioni di quei pochi medici  e cittadini che, secondo qualche politico di maggioranza, dovrebbero essere denunciati per procurato allarme. 

venerdì 25 marzo 2016

Il PFOA della Dupont ha provocato danni al fegato e cancro anche in Olanda, ma in Vento è innocuo


I residenti in vicinanza di un impianto chimico della DuPont in Olanda sono stati esposti per anni a concentrazioni più alte di quelle permesse di una sostanza chimica utilizzata nella fabbricazione del Teflon, il PFOA. Questa sostanza è classificata come potenzialmente cancerogena per gli esseri umani dall'organizzazione mondiale della sanità. L'esposizione alle concentrazioni più alte di quelle legalmente permesse del composto si è verificata dal 1970 al 2002 attraverso l'atmosfera ma non con l'acqua potabile. Nel peggiore dei casi, la legge è stata violata per almeno 25 anni secondo le autorità sanitarie olandesi, e un impatto sulla salute, per esempio sul fegato, non può essere esclusa con un'esposizione cronica di questo tipo. Un aumentato rischio di cancro, anche se limitato, sarebbe stato osservato in questa popolazione.
In Veneto ancora oggi molti cittadini bevono acqua infarcita di PFOA e altri PFAS e tutto va bene.

Per saperne di più, leggete qui (in inglese) 

mercoledì 16 marzo 2016

PFOA a Hoosick Fall il governatore Cuomo annuncia il ritorno dei livelli sotto i limiti di rilevabilità

Ieri il governatore dello stato di New York ha annuciato (a dire il vero abbastanza trionfalisticamente, visto che le autorità sanitarie consigliano  ancora di non bere l'acqua di rubinetto)  che grazie alle miure intraprese il PFOA nei pozzi e nei rubinetti del villaggio di Hoosick Fall sono tronati al disotto della soglia di rilevabilità della metodica analitica. Questo dopo soli due mesi dalla scoperta della contaminazione e grazie alle misure di cui parlo qui.
In Veneto, invece, a quasi tre anni di distanza,  il governatore non ha mai fatto visita ai cittadini dei territori contaminati  e ha raddoppiato i limiti "obiettivo", con grande gioia dei gestori delle acque che, in questo modo, risparmieranno un sacco di schei sull'acquisto dei filtri che potranno essere usati più a lungo. E la gente continua a bere acqua con i livelli di PFAS più alti al mondo e a mangiare alimenti altrettanto contaminati.

Quando avrò il piacere di veder un governatore fare in Veneto lo stesso annuncio fatto da Cuomo?





lunedì 7 marzo 2016

Provvedimenti e consigli delle autorità americane ai cittadini di Hoosick Falls contaminati da PFOA. Confronti con il veneto


Volantino affisso alle porte
 del villaggio
Ecco in breve cosa stano facendo in questi giorni ad Hoosick Falls, un villaggio di 4000 anime negli Stati Uniti, subito  dopo la scoperta della contaminazione da PFOA: 1) lavaggio di tutte le tubature dell'acquedotto per ripulirle completamente da eventuali residui di PFOA;
2) applicazioni di filtri centrali * e a tutti i pozzi privati;
3) distribuzione gratuita di acqua minerale nelle scuole e nei supermercati e altri locali pubblici
3) consiglio di non usare l’acqua del rubinetto per bere, preparare cibi o per la lavare posate, vestiti e indumenti
4) evitare il contatto cutaneo (esempio per lavarsi o fare il bagno) dei bambini che abbiano abrasioni o malattie della pelle che potrebbero facilitare la penetrazione del PFOA nell’organismo
5) aprire tutti i rubinetti dell’acqua fredda e farli andare per almeno 5 minuti prima di usarla (15 minuti per i rubinetti dell’acqua calda)
6) lavare per almeno 5 minuti tutti i contenitori di acqua 

7) buttare via tutto il ghiaccio preparato nel frigo prima dei provvedimenti attuati
8) fare andare a vuoto almeno una volta lo sciacquone del bagno,la lavastoviglie, la lavatrice:
9) pulire bene con l’acqua filtrata  umidificatori, condizionatori, le macchinette per il caffè, strumenti e apparecchi medicali e ogni altrro qualsiasi strumento o apparecchio che pensate possa essere contaminato
 in modo da rimuovere i residui di PFOA
10) sostituire eventuali filtri o sistemi di depurazione presenti in precedenza nelle abitazioni

I punti contrassegnati con l’asterisco* sono i soli ad essere  consigliati dall’Istituto superiore di sanità e dalla Regione Veneto. Giudicate voi..

E non dite che non ve l'avevo detto che l'acqua contaminata da PFOA e altri PFAS non è da bere


LInk
1)  http://cbs6albany.com/news/local/pfoa-expert-speaks-to-hoosick-falls-residents
2)  http://www.epa.gov/aboutepa/hoosick-falls-water-contamination
3) http://www.villageofhoosickfalls.com/news.html 

domenica 28 febbraio 2016

ISDE Veneto emette un comunicato stampa sull'inadeguatezza della commissione PFAS

    Dopo la recente pubblicazione del verbale della seduta del 13 gennaio u.s. della Commissione tecnica che si occupa della contaminazione delle falde acquifere e della catena alimentare da PFAS in Veneto, il Coordinamento delle sezioni provinciali venete dell'associazione  medici per l'ambiente-ISDE Italia onlus, condivide le preoccupazioni e perplessità della responsabile della commissione.
Nel verbale si mettono in luce gravi lacune nella gestione dell’emergenza rappresentata dalla contaminazione delle acque da PFAS, che riguarda circa 350.000 persone di 60 comuni veneti. Affiorano chiaramente difficoltà e inadeguatezze in seno alla stessa Commissione mista Regione Veneto-Istituto Superiore di Sanità nell’affrontare e governare  il grave inquinamento ambientale.  Nessuno dei Membri della Commissione, tranne uno, pare si sia mai occupato  prima del 2013 in modo specifico di PFAS. Per questo motivo nell'autunno 2014 la nostra associazione aveva chiesto, senza ricevere ad oggi risposta alcuna, l'inserimento nella suddetta commissione di esperti indipendenti come il  professor  Tony Fletcher, della  London School of Hygiene and Tropical Medicine, Londra.

sabato 23 gennaio 2016

Dal suonatore Jones e da tutti quelli che dormono sulla collina per colpa dei PFAS. Dedicato i sindaci e ai medici che dichiarano che i PFAS si possono bere

(Jones il suonatore) --sembra di sentirlo ancora dire al mercante di liquore, tu che lo vendi, cosa ti compri di migliore.
Dedicato ai sindaci, ai medici, ai gestori delle acque contaminate da PFAS che vanno dicendo che si possono bere lo stesso.


lunedì 11 gennaio 2016

DuPont, il giorno del giudizio si avvicina

Sono trascorsi oltre 15 anni da quando Bob Billott, un avvocato di Cincinnati, iniziò a indagare sul caso delle morti misteriose di numerosi capi di bestiame avvenute  nell’area attorno all’impianto chimico della Du Pont di Parkesbourg, Virginia. Nel 1998,  l’avvocato Billot, era stato ingaggiato da una famiglia di agricoltori che l’anno precedente avevano venduto una parte dei loro terreni adiacenti alla multinazionale, la quale  voleva utilizzarli per costruirci una discarica per rifiuti non pericolosi prodotti nella fabbrica stessa. Dopo qualche mese, mentre il bestiame continuava a morire, l’avvocato scoprì che la DuPont aveva contaminato le falde acquifere del fiume Ohio con una sostanza cancerogena utilizzata per la produzione del Teflon da oltre 50 anni.  Nonostante avessero  prove inconfutabili sulla pericolosità del PFOA, i dirigenti della DuPont continuarono a sversare il PFOA nell’acqua, nei suoli e nell’atmosfera  della Valle del fiume Ohio.

lunedì 4 gennaio 2016